Chiesa San Giuseppe dei Teatini

Ordine e Fondazione Chiesa San Giuseppe dei Teatini

L’ordine dei Chierici Regolari Teatini fu fondato nel 1524 da Gaetano Thiene, da Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (Episcopus Theatinus, da cui derivò il nome popolare di “Teatini”), da Bonifacio di Colli e da Paolo Consiglieri.

Nel 1602 furono inviati a Palermo tre padri teatini provenienti da Napoli allo scopo di impiantare la loro regola anche nel Regno di Sicilia. Insediatisi inizialmente presso la cinquecentesca chiesa di Santa Maria della Catena, che non subì da parte loro significative modifiche, nel 1603 i padri riuscirono a creare una nuova sede in via Maqueda, presso la casa e chiesa di Sant’Elia, della compagnia dei Falegnami (dalla quale dipese la titolazione a San Giuseppe).

L’impianto della nuova chiesa, che al momento della sua fondazione si poneva nel contesto urbano come il più grande dopo la cattedrale, riprende il consueto schema basilicale a tre navate con transetto che si incontra a 2/3 dando luogo alla pianta cosiddetta “a croce latina”.

La storiografia tradizionale, facendo riferimento a un manoscritto dei primi decenni del XVIII secolo, ha attribuito la chiesa al fratello laico Giacomo Besio. 

Altri studi, basati su altri manoscritti, hanno invece spostato la paternità dell’opera al teatino Pietro Caracciolo.

Il primo progetto risulta già impostato nel 1608 ma l’esecuzione fu avviata solo nel gennaio 1612 con la cerimonia di posa della prima pietra, ma venne subito ostacolata da una serie di controversie legate alle case da acquisire per fare spazio al nuovo impianto.

La costruzione riprese nell’aprile 1617, vennero realizzate le quattro cappelle del lato est (sinistro), parte del transetto e del presbiterio.

La preoccupazione principale era dovuta all’esecuzione per il trasporto delle otto colonne della crociera che sarebbero divenute i più grandi monoliti lapidei realizzati in Sicilia in età moderna. A dimostrazione della difficolta dell’impresa, nel solo 1622 furono rotte nel corso del trasporto ben tre colonne.

La chiesa fu inaugurata nel 1645, ma venne consacrata nel 1677.
Si procedette con la consueta vendita delle cappelle, la realizzazione degli altari principali e l’acquisto di quadri di pregio. In questo ambito, l’opera di maggior rilievo è la cappella Gravina (1664-1668), dedicata alla Madonna di Trapani.

CICLI PITTORICI

Dal 1687 al 1693 si datano i cicli pittorici della navata centrale e del transetto, affidati a Filippo Tancredi, il quale scelse come tema degli affreschi episodi di vita di San Gaetano. Gli affreschi sono incorniciati da un caotico susseguirsi di putti e valve di conchiglia ad opera dell’architetto Paolo Amato.

Il soffitto della navata centrale fu tra le parti della chiesa maggiormente danneggiate dai bombardamenti del 1945 e la quasi totalità degli affreschi fu rifatta, sulla scorta di riproduzioni fotografiche. La parte più integra è quella in prossimità dell’ingresso.

La decorazione della navata fu completata a fine Settecento con il ciclo affrescato nelle vele degli archi, raffigurante i Dodici Apostoli. Inizialmente commissionato a Giuseppe Velasco, che portò a termine solo i SS. Pietro, Matteo, Paolo e Andrea, il lavoro fu poi completato nel 1799 da Vincenzo Manno.

CAMPANILE

All’intervento di Paolo Amato dovrebbe anche ricondursi la realizzazione del secondo ordine del campanile, impostato su una struttura a base ottagona scandita da colonne tortili (dette anche salomoniche).

L’uso delle colonne tortili agli angoli di una torre campanaria non sembra trovare riscontri in altre opere siciliane o italiane del tempo mentre rende accostabile il campanile di San Giuseppe con coeve opere spagnole, come la torre di Santa Catalina a Valencia.

La struttura risulta comunque incompleta di un terzo e conclusivo ordine che non fu mai realizzato.

gruppo marmoreo Siragusa - chiesa san Giuseppe dei Teatini

CUPOLA

L’incarico della realizzazione della cupola fu affidato nel 1724 all’architetto Giuseppe Mariani, di origine pistoiese. 

Nel caso della cupola di San Giuseppe fu probabilmente lo stesso committente a indicare la soluzione architettonica a cui riferirsi. 

L’opera palermitana è infatti una chiara riproposizione, con poche varianti, della cupola della chiesa di Sant’Andrea della Valle di Roma (chiesa appartenente all’ordine dei Teatini anch’essa).

Singolare risulta invece il rivestimento in maiolica policroma della calotta. Non è da escludere che tale soluzione sia il risultato di interventi successivi.

Cupola Chiesa San Giuseppe dei Teatini
CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA PROVVIDENZA
Cappella Madonna della Provvidenza

CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA PROVVIDENZA

La Madonna della Provvidenza collocata sull’altare della terza cappella, riproduce la quattrocentesca icona miracolosa della Madonna dell’Arco, venerata nel paese campano di Sant’Anastasia.
Rappresenta la Vergine, seduta su un trono ligneo con il bambino che tiene un melograno in mano, in piedi sulle ginocchia della Madonna.

Il dipinto, si data alla seconda metà del ‘500 e l’autore non è noto. Secondo le credenze popolari il dipinto è stato donato a Vincenzo Scarpato da San Giuseppe in persona, aumentando così la devozione dei fedeli e il mistero sull’autore e la sua origine. Nel 1685 la Madonna della Provvidenza fu eletta patrona di Palermo e, nel 1734, il dipinto ottenne le corone dorate del Capitolo Vaticano.

Sotto l’immagine vediamo appeso il Libro d’Oro dove i fedeli che intendono mettersi sotto la protezione di Maria SS. Della Provvidenza iscrivono i propri nomi e quelli dei loro cari sia vivi che defunti. Il Libro viene rinnovato ogni anno e, il mercoledì che segue la seconda domenica dopo l’Epifania viene solennemente intronizzato sotto il quadro. A beneficio degli iscritti, viene celebrata una santa Messa tutti i mercoledì dell’anno, giorno dedicato alla Madonna della Provvidenza.

ALTARE DI SAN GAETANO

L’altare del transetto sinistro, intitolato al santo fondatore dell’Ordine, San Gaetano Thiene, era la sepoltura della famiglia Ventimiglia e Corvino.

La pala sull’altare è opera del celebre pittore seicentesco Pietro Novelli e raffigura San Gaetano Thiene in estasi. Il santo vi è raffigurato in adorazione dello Spirito Santo, circondato da un gioco di putti che conferiscono alla composizione un vorticoso movimento.

CAPPELLA DI SAN GIUSEPPE

L’edificazione della cappella, la sua intitolazione a San Giuseppe e la collocazione alla sinistra dell’altare maggiore furono imposte dalla confraternita di San Giuseppe dei Falegnami, che aveva ceduto ai Teatini il terreno per la costruzione della chiesa.

Sull’altare vi è la scultura lignea cinquecentesca raffigurante San Giuseppe e Gesù Bambino, ivi trasferita dall’Oratorio dei Falegnami con solenne processione il 16 dicembre 1633.

AFFRESCHI DELLA CUPOLA

Gli affreschi della cupola sono opera di Guglielmo Borremans che vi dipinse, intorno al quinto decennio del Settecento, il Paradiso, in cui il Dio Padre è circondato da angeli musicanti e oranti e particolare rilievo è dato all’Arcangelo Michele che presiede alla cacciata degli angeli ribelli.

All’artista si devono anche le raffigurazioni dei Quattro evangelisti nei peducci.

cupole chiesa san Giuseppe dei teatini

CAPPELLA DEL CROCIFISSO

Sull’altare della cappella del Crocifisso è collocato, sullo sfondo di un reliquario barocco, un crocifisso ligneo seicentesco che la tradizione assegna allo scultore frate francescano Umile da Petralia.

A Lorenzo Marziani si lega l’esecuzione nel 1745 delle decorazioni marmoree e pittoriche. Sulle pareti laterali si possono osservare due tele raffiguranti Cristo e la Veronica e la Flagellazione di Cristo. I due emblemi della Passione di Cristo, posti sotto questi dipinti, sono stati scolpiti da Ignazio Marabitti e riproducono la Veronica e il Gallo, simbolo del ter negabis di Pietro.

CAPPELLA GRAVINA O DELLA MADONNA DI TRAPANI

Nella cappella Gravina, intitolata alla Madonna di Trapani, vi è una statua marmorea policroma di buona fattura, copia cinquecentesca di bottega gaginiana (alcuni la attribuiscono ad Antonello Gagini) della celebre Madonna di Trapani.

CAPPELLA DELLA MADONNA DELLA PURITÀ

Qui vi è collocata una copia della Madonna della purità del manierista Luis de Morales, donata nel 1641 alla chiesa di San Paolo Maggiore a Napoli. La Madonna della Purità era stata proclamata nel 1647 padrona dei Teatini, con la conseguente disposizione che ogni chiesa dell’Ordine le intitolasse un altare che doveva contenere una riproduzione di tale dipinto.

ACQUESANTIERE

Due maestosi angeli acquasantiera, rappresentati nell’atto di scendere dal cielo e di offrire al fedele l’acqua benedetta. L’angelo a destra è l’ultima opera scolpita da Ignazio Marabitti nel 1794. Colto da paralisi il 1° gennaio 1795, affidò l’esecuzione del secondo angelo acquasantiera all’allievo Federico Siracusa.

STATUA DELLA MADONNA DELL’ORETO

Attribuita alla bottega di Domenico Gagini o a quest’ultimo in prima persona è la statua della Madonna con Bambino posta su una colonna, proveniente dalla chiesa di età normanna dedicata alla Madonna dell’Oreto nei pressi di ponte Corleone, i cui ruderi sono visibili tutt’ora.

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