Santuario della Madonna della Provvidenza

L’IMMAGINE MIRACOLOSA DELLA MADONNA DELLA PROVVIDENZA

La devozione alla Madonna della Provvidenza risale ai primi anni del 1600.

Dai documenti storici di facile consultazione risulta che essa ha un’origine, che possiamo definire, a buon ragione, miracolosa. Già tra i Padri Teatini e le Autorità ecclesiastiche che collaborarono alla sua istituzione e diffusione, era comune opinione che il quadro della Vergine fosse un dono di San Giuseppe al Venerabile fratello Vincenzo Scarpato, teatino, che in quegli anni si trovava a Palermo.

Il suddetto fratello Vincenzo, col permesso del Superiore, si era rivolto a diversi pittori della città perché gli dipingessero un’immagine della Madonna che rispondesse ai suoi desideri. Nella sua mente, la pittura ordinata doveva rispondere, in qualche modo, al quadro della Madonna dell’Arco, che si venera in Napoli. 

Ritrovare e venerare quel volto era stata una promessa del suo maestro sant’Andrea Avellino: “Troverai a Palermo la tua Madonna dell’Arco”. Ed egli fiducioso era partito con questa speranza.
Ma, nessuno dei pittori consultati riuscì ad accontentarlo. Forse, cominciava ad affiorare anche la rassegnazione che quell’immagine non avrebbe più allietato la sua vista e sollecitato la sua preghiera. 

Un giorno, per strada, un vecchietto gli consegnò un pacco a lui destinato. Quando lo apri, i suoi occhi, il suo cuore, il suo volto si illuminarono di gioia: era proprio la Madonna che voleva lui.

Il misterioso personaggio gli aveva raccomandato di tenere caro quel dono perché sarebbe stato fonte di molte grazie. Prima che il fratello si riavesse dal suo gratificato stupore, volendo ringraziare il portatore di un tale tesoro, alzando gli occhi, non trovò più il donatore.

Naturalmente, la notizia, tra mezze parole, confidenze e promesse di segreto, pian piano si allargò, fino a diventare di dominio pubblico. E tutti giunsero alla conclusione che quel misterioso vecchietto non poteva essere altro che san Giuseppe. Il quadro inizialmente fu, privatamente, venerato dal fratello Scarpato, ma poi fu esposto alla pubblica venerazione nell’Oratorio, oggi dell’università, facoltà di giurisprudenza, anticamente chiostro e casa dei Teatini. 

Ma, dopo quarant’anni, fu solennemente trasportato nella cripta della chiesa di san Giuseppe, facendo di questa il santuario di Maria. Fu il padre Francesco Maggio, allora superiore dei Teatini in Palermo, a battezzare questo quadro col nome di “Madonna della Provvidenza”.

Il nome era quanto mai appropriato; infatti la Madonna provvide il santuario di un altro dono: la fonte di quell’acqua miracolosa che ancora oggi estingue la sete spirituale e riempie di innumerevoli grazie l’ininterrotta processione di fedeli che qui accorrono, nel corso dell’anno, per attingervi l’acqua della Madonna.

LA CRIPTA

La congregazione della Sciabica, fortemente devoti alla Madonna della Provvidenza, facevano pressione, presso la comunità dei Teatini, per avere un luogo dove riunirsi in preghiera.

I Padri fin dal 1617 avevano destinato l’ampio spazio ricavato nelle fondamenta della chiesa a luogo per le sepolture. L’adattamento da cripta sepolcrale a chiesa ipogea avvenne nel 1632.

Nel 1644 i lavori di adattamento, per farne un luogo sacro in onore della Madonna, erano giunti a buon punto. Soltanto nel 1645 si poté terminare parzialmente l’adattamento e si decise di trasferirvi quell’immagine della Madonna che era stata data in custodia alla congrega della Sciabica.

Il quadro, da principio, fu posto in una cornice di marmo, successivamente in una cornice di argento dorato sorretta da due angeli in marmo opera di Ignazio Marabitti. Oggi il quadro della Madonna, a causa delle cattive condizioni della chiesa ipogea è stato trasferito, nella grande chiesa superiore di San Giuseppe, nella terza cappella di sinistra.

Dal 1644 alla fine del 1700 fu un susseguirsi di stuccatori, pittori, indoratori, marmisti. Pietro Novelli vi dipinse la volta innanzi all’altare. Il lavoro di ampliamento portò la Chiesa ipogea a una diversa sistemazione: fu creata la navata centrale e furono sistemate le due navate laterali.

L’altare di marmo nel 1735 fu sostituito da uno di argento e davanti fu posto un sontuoso paliotto, anch’esso in argento sbalzato, opera iniziata nel 1734 e portata a termine nel 1735. Anche il paliotto, per via delle cattive condizioni della chiesa ipogea è stato posto nell’altare principale della chiesa superiore di San Giuseppe.

Fra il 1855 e il 1857 il pittore Giuseppe Patricolo fu scelto per decorare la volta di quella porzione di chiesa in cui si ammirava il quadro della Vergine. Fu probabilmente in questa occasione che si perse l’affresco di Novelli. Gli interventi di Patricolo si possono ancora oggi ammirare seppur fortemente compromessi dall’umidità.

L’evento che segnò per sempre il Santuario è tuttavia legato a una sorgente d’acqua miracolosa che, nel pomeriggio del 7 gennaio 1668, P. Francesco Maggio trovò sotto l’altare della Madonna.

IL LIBRO D'ORO

È il Libro dove si scrivono i nomi dei fedeli che intendono mettersi sotto la protezione di Maria SS. della Provvidenza che si venera nella chiesa di San Giuseppe. 

Il Libro si rinnova ogni anno e, il Mercoledì che segue la Seconda Domenica, dopo l’Epifania, viene solennemente intronizzato sotto il quadro della prodigiosa immagine della Madonna. 

In esso vengono iscritti sia vivi che defunti, quanti si vogliono mettere sotto la protezione della Madonna della Provvidenza. A beneficio degli iscritti, viene celebrata una santa Messa tutti i Mercoledì dell’anno.

Per questo, viene chiesto ai fedeli, nel momento dell’iscrizione, un piccolo contributo, un’offerta, che serve come sacrificio personale e come aiuto per il mantenimento del culto e della devozione alla Madonna. 

Al termine della S. Messa, per gli iscritti al Libro d’Oro, vengono fatte preghiere alla Madonna perché assista e protegga i suoi devoti e quanti iscritti nel suo Libro.

Per la preparazione alla festa della Madonna della Provvidenza, e per la festa del Libro d’Oro, si tengono tre giorni di solenne adorazione Eucaristica.

Sono giorni di particolare incontro con Gesù Eucarestia e con Maria, la Madre sua, alla quale viene consegnato il Libro d’Oro con tutti i suoi iscritti.

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